lunedì 18 maggio 2015

Lettera da Tiziano Incani


I lettori che non sono originari di Bergamo o Brescia forse non ne avranno sentito parlare, ma in area orobica nessuna celebrità è più famosa del Bepi. 
Al secolo si chiama Tiziano Incani (link al suo sito). Anche se ascolto le sue canzoni da molto tempo, l'ho conosciuto di persona soltanto lo scorso autunno. Pochi giorni fa, mi ha scritto le sue impressioni su Le colpe dei padri. 

Ma prima, facciamo un po' di mente locale questo personaggio.


Compositore, musicista, cantante dialettale e presentatore di un noto programma locale, Tiziano è un'autentica rock star alpina. Il suo percorso discografico comincia nel 1995; il personaggio del Bepi è nato qualche tempo dopo, quasi per gioco. Con il tempo le cose sono cambiate: le poche decine di fan sono diventate centinaia, poi migliaia. Oggi i suoi sostenitori sono una folla che trasforma ogni suo concerto in un evento.

Con il tempo, anche l'approccio del Bepi alla musica è cambiato. Ridere fa sempre bene, mi ha raccontato quando l'ho conosciuto, ma c'è anche altro nella vita: occorre riflettere e ricordare. Per questo nei suoi dischi più recenti compaiono affreschi umani e temi decisamente seri, dal disastro del Gleno all'integrazione razziale; un'evoluzione tematica che si accompagna a inaspettate sperimentazioni musicali - alcune delle quali davvero memorabili: rock, canto lirico, swing, jodel, metal, country, tutti declinati al bergamasco. In ogni caso, anche se ora è "maturato" e si è tolto la parrucca che usava agli inizi, il Bepi non si prende mai troppo sul serio e non rinnega il retroterra goliardico che lo ha reso quel che è - ne sono dimostrazione le sue proverbiali camice.

Io gli sono grato per un motivo molto personale: sono state le sue canzoni, insieme a quelle di Luciano Ravasio, a farmi nascere la passione per la cultura e il linguaggio di Bergamo, senza i quali Le colpe dei padri non sarebbe esistito. L'ho contattato perché volevo ringraziarlo per questo ruolo di divulgatore, e per aver scelto di inserire nel suo repertorio le canzoni del tipo "nuovo", che mi hanno spinto a non considerarlo più soltanto "uno che fa ridere" ma un artista completo e capace, uno da cui assorbire gli accenti e la memoria delle mie radici.

Non sono un gran lettore, mi ha confidato quando ci siamo incontrati, vicino a Clusone, però il tuo libro lo leggo. Prometto che ci provo.

Per il livello di dettaglio del suo contenuto storico, sono consapevole che Le colpe dei padri possa essere una lettura impegnativa per chi non legge molto. L'impatto iniziale, soprattutto, richiede un certo sforzo di immaginazione e di memoria. Ma conoscevo l'amore del Bepi per Bergamo, ed ero sicuro che il suo interesse per il passato della nostra terra fosse solido (sulla storia recente ne sapeva più di me!), perciò ero fiducioso.

Da allora, di quando in quando, mi aggiornava sulla lettura che procedeva. A gennaio 2015 mi ha invitato  a partecipare come "notaio" a una puntata del Bepi Quiss. È stato divertentissimo!
Poi, alcuni giorni fa, mi ha scritto questo:

Ciao Livio. Non ci crederai, ma sono arrivato in fondo al tuo libro!


Che emozione, ho pensato, uno dei miei cantautori preferiti ha letto il mio romanzo!
Gli ho subito chiesto qualche parere, e lui mi ha gentilmente autorizzato a divulgare la sua risposta. Attenzione, il brano che segue contiene SPOILER: non proseguite nella lettura se non avete già letto il romanzo (ricordo che potete cercarlo in alcune di queste librerie, oppure ordinarlo su Amazon da questo link). 

Di tutti i personaggi de "Le colpe dei padri" quello a cui, forse un po' banalmente, ci si affeziona di più è proprio la popolana Nera.

Anche il Bepi fa il tifo per Nera, dunque! A quel punto ero curiosissimo di sapere il perché:

Persino troppo perfetta, a volte, nel suo ruolo di "brava ragazza": ponderata, premurosa, intelligente, accorta, umile, saggia. Non si può dire che sprigioni proprio sensualità o che induca in tentazione, ma forse proprio per contrappasso, il pensiero un po' viene. 

Questa cosa mi ha colpito: non avevo mai considerato una simile dinamica. Da cosa poteva essere scaturita?

Di certo Nera è femmina e ce ne si ricorda sempre. Si tende istintivamente a voler riequilibrare il suo status di vittima innocente e a restituirle quel diritto alla sensualità sancito da madre natura. 

Un senso di riscatto, dunque: attraverso il riconoscimento del "diritto alla sensualità" negata di Nera, Tiziano aveva provato un'istintiva attrazione verso di lei, mossa forse dal quel naturale istinto maschile di protezione verso la bellezza femminile. Interessante!

Anche Crotto ha il suo perchè, e ancor di più il suo alter ego Scür Fósk: chi di noi non sogna di poter diventare un giustiziere capace di incutere timore senza averne, di sfruttare le tenebre anzichè esserne sopraffatto? 

Diversi lettori hanno osservato che Crotto è un po' sacrificato dalla trama; meno male che a Tiziano è piaciuto! Nel seguito delle Colpe, che sto scrivendo, magister Crotto avrà molta più importanza: in effetti sono le sue azioni e le sue decisioni la causa principale dell'azione.

Ma, per conto mio, non è esente da fascino nemmeno il cattivo Marco Visconti: le incommensurabili forza e determinazione lo rendono simile a certi personaggi dei film americani non troppo sfumati, dove il più forte è il più forte e basta, senza star lì tanto a farla lunga, che in fondo nessuno spettatore ne avverte il bisogno. Peccato alla fine si riveli essere dalla parte "sbagliata". Del resto, Livio, tu non sei un rozzo regista stelle e strisce dell'epoca della guerra fredda. 

Ti ringrazio, Tiziano!

L'unico che proprio non fa altro che repulsione è il bavaro Ludwig: nulla mi toglie dalla testa che in lui tu abbia voluto vedere l'immagine della perennemente detestata Germania, temuta ma anche derisa, alla quale non bastarono mai nemmeno improvvide alleanze in ogni epoca per veder ribaltata l'italica antipatia nei suoi confronti.

Un'altra riflessione interessante, nei suoi parallelismi storici; nella narrazione delle Colpe ho cercato di mantenermi neutrale e di riportare i fatti nel modo più coerente possibile con le fonti, tuttavia è innegabile che un tocco personale nella caratterizzazione dei personaggi ci sia stato. Come popolo e come aspiranti sovrani d'Europa, i tedeschi del Trecento sono senz'altro molto diversi dai tedeschi del Novecento e del Duemila, tuttavia è sempre bizzarro notare come, a distanza di secoli, situazioni e fatti storici tornino a manifestarsi in forme somiglianti.

Per concludere, ecco il suo giudizio complessivo:

Molto, molto bello e scritto benissimo. Alcune cose non le ho capite, tipo la Ègia di cadéne o la strana piena del Serio, ma mi è piaciuto un sacco.
Wow!
Grazie delle tue parole, Tiziano. Mi riempie di felicità e di orgoglio il pensiero di averti restituito, in un'altra forma e un altro campo artistico, quel piacere della riscoperta che tante volte mi hai dato tu con le tue canzoni.

Fa niente se non capiamo proprio tutto: ci saranno altre occasioni, magari, altri libri. Dopo questa esperienza, sono ancora più convinto che sia possibile guardare il mondo con occhi colmi di meraviglia; anche il nostro mondo, piccolo e famigliare: basta avere in mente una nuova storia o una canzone che ci mostrino quei luoghi con maggiore profondità di campo. Perché è questo che noi facciamo, secondo me.

Un grande abbraccio, a Tiziano e a tutti i lettori che mi seguono.
Buona continuazione!

venerdì 20 marzo 2015

Lettera da Gabriella Magrini

Cari lettori,

Riporto oggi, con il permesso dell'autrice, la lettera inviatami della giornalista Gabriella Magrini, autrice Sperling & Kupfer, Frassinelli e Superbur, che fra gli altri ha scritto diversi romanzi storici. Ci siamo conosciuti alcuni mesi fa a Bergamo, alla libreria IBS di via XX Settembre, in occasione di una mia presentazione.

Bergamo, 14-1-2015

A Livio Gambarini, autore del romanzo Le colpe dei padri. 

Le comunico le impressioni che ho tratto dalla lettura del suo romanzo, che sono diverse e positive,

Anzitutto i pregi della sua opera: una scrittura trasparente e precisa, una scrittura "di testa" che rappresenta un medioevo sulle orme di Umberto Eco ma con una leggerezza più amabile. 

La mescolanza tra personaggi storici e inventati è ricca e ben amalgamata: suggerisce immagini storiche vive e precise: l'Imperatore tedesco disceso a ramazzare danaro e potere ma incapace di sostenere il proprio gioco, i Visconti che si accapigliano fra loro nella corsa ad affermarsi, le popolazioni che vivono alla giornata seguendo i ritmi dei propri mestieri e le credenze depositate dai secoli nelle loro vallate. 

I fatti tramandati fedelmente dalla storia si legano alle vicende individuali dei personaggi e danno loro uno spessore di realtà: la giovanissima e avventurosa Nera si prende spazio non appena mette piede nella pagina, Azzone Visconti riesce a malapena a stare nel gioco politico ma ha la resistenza di chi vuol arrivare ad ogni costo, il dottore mancato Crotto è quasi patetico nei suoi tentativi di tornare a galla. 

Ma la vera protagonista, a mio avviso, è la gente dei paesi e delle valli che vive nelle sue case e nei suoi mercati. La ricerca storica è approfondita e capace di dare il quadro della vita che sta attorno alle vicende, e il linguaggio affianca la storia seguendola nei vari ambienti (ma non sono un po' troppe, nonostante il glossario, le espressioni dialettali per un lettore che non sa niente di bergamasco?) 

C'è un solo punto negativo, a mio avviso. Manca l'amore. Manca una storia che s'insinui tra le altre e crei qualche stralcio, o qualche pagina più esplicita di calore umano. Perché l'amore c'è sempre, nelle vicende umane: bisogna solo trovarlo.

Concludendo queste brevi note, mi ha veramente colpito il fragoroso, superbo finale nel quale il paesaggio, la natura, i personaggi e le immagini balenanti delle antiche superstizioni esplodono in quel torrente che trascina tutto a valle. Veramente geniale. 

Ho saputo proprio oggi che il tuo prossimo romanzo è già finito e lo vedremo in primavera. Forse una storia che scaturisce dalla prima, oppure nuovi tempi e nuovi cieli? Comunque: segui la tua stella e "Buona fortuna", perché anche la fortuna ci vuole. 

Un cordialissimo saluto,

Gabriella Magrini





domenica 30 novembre 2014

La ricerca storica 2 -- Bergamo

Nel Trecento a Bergamo
c'erano circa 40 torri nobiliari
Per Milano e i Visconti della generazione 1325 il materiale di ricerca è stato abbondante (ne parlo in questo post). Contraddittorio, ingannevole e insidioso, ma quantomeno abbondante. Per il magister Jacopo de Apibus detto Crotto e Nera da Vertova (i personaggi dell'area bergamasca) il lavoro è stato più tortuoso e difficile.

Gli insediamenti romani di Bergamo (B.Belotti)
Primo e insostituibile testo di partenza è stata la versione aggiornata della Storia di Bergamo e dei Bergamaschi di Bortolo Belotti; molte delle informazioni generiche sulla situazione della città, sui personaggi in vista e sull'organizzazione in vicinie vengono da qui, così come gli spunti sull'Inquisizione bergamasca nel primo Trecento.
A partire da questo, grazie a Google Books ho potuto agevolmente consultare molti autori e testi menzionati da questa fonte storiografica - per brevità menziono soltanto le Memorie istoriche della città e chiesa di Bergamo del Ronchetti, l'Effemeride sagra e profana di Donato Calvi e un libello sulla vita di Alberico da Rosciate. Grazie alle lunghe sessioni di studio e ai prestiti interbibliotecari alla biblioteca di Sarnico e Ponte Nossa, ho poi messo le mani sull'utile libro (per quanto datato e non poco fazioso) delle biografie dei Vescovi di Bergamo, sui lavori di Andrea Zonca e su quelli di Maria Teresa Brolis, grazie ai quali ho potuto farmi un'idea sulla condizione femminile in quel periodo, sia dentro che fuori dall'ambito lavorativo.

Ho preso spunto dai processi ereticali di Gandino nel
primo Trecento per il filone inquisitorio del romanzo.
Per la documentazione sulle vicende di Nera sono state fondamentali anche le ricerche di Alma Poloni sull'area dell'Alta Val Seriana e l'esaustiva opera di Paolo Nobili sul paese di Vertova nel tardo Duecento. Informazioni più specifiche sui singoli paesi e le dinamiche fra di essi sono emersi consultando pubblicazioni di antropologia e storia dei paesi di Gandino, Clusone, Ponte Nossa, Parre e Angolo Terme, segnalatemi da gentilissimi eruditi locali come Sergio Castelletti, Renata Carissoni, Pietro Gelmi, Angelo Giorgi e altri ancora, che ho avuto il piacere e la fortuna di incontrare - a ovvia smentita, sono orgoglioso di sottolineare, di qualsiasi luogo comune circa la chiusura e il disinteresse per la cultura dei valligiani.

Parlando del laboratorio e dell'attività tintoria di Nera (che tanti lettori mi additano a "parti preferite" nel romanzo), i miei principali debiti documentari sono per una raccolta di saggi: Commercio nella Lombardia medievale, insieme a Medioevo simbolico e ai vari saggi del Mulino sull'abbigliamento, la cucina e il contado medievale. Anche qui, incalcolabile è stato l'apporto documentario di Google Books, con il quale è sufficiente inserire chiavi di ricerca come "Guado" e "medioevo" per ottenere una quantità pressoché infinita di materiale di approfondimento su qualunque campo (purché tali fonti si maneggino sempre con la dovuta accortezza). 

Il Donatus, l'antico libro di testo su cui Crotto
interroga i suoi alunni ne Le colpe dei padri
Online ho trovato una discreta quantità di materiale su Venturino de Apibus, ma molto meno su suo fratello Jacopo. Per ricostruire a grandi linee la biblioteca che i maestri della Scuola de Apibus dovevano avere a disposizione per il loro insegnamento, e per capire su quali letture il mio protagonista poteva aver costruito la sua formazione, mi sono affidato alla competenza del prof. Giuseppe Frasso, docente di Letteratura Italiana medievale all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e le ho integrate con i saggi di storici anglosassoni sulla scuola e l'insegnamento in età comunale, rintracciati online (ad esempio questo), sia sulla celluloide dell'emeroteca della Biblioteca Sormani di Milano, oltre che naturalmente sui volumi della ricchissima biblioteca dell'Università Cattolica.

Targa marmorea presso la scomparsa
basilica di Sant'Alessandro
Ricostruire la fisionomia della città di Bergamo nel 1300 è stata un'impresa lunga, dolorosa e purtroppo non esente da imprecisioni. Due di esse sono emerse alcuni mesi fa dal confronto con la prof.ssa Maria Teresa Brolis (senza dubbio una delle maggiori conoscitrici del medioevo bergamasco, nonché autrice di alcuni dei saggi che avevo studiato) dopo la sua lettura de Le colpe dei padri. Imprecisioni tutto sommato modeste: nella mappa interna al romanzo, è errato l'orientamento della basilica di S. Alessandro (una chiesa che non esiste più da cinque secoli), e la mia descrizione di Porta S. Alessandro non è corretta. Sul resto della ricostruzione storica, tuttavia, la ricercatrice ed ex docente universitaria mi ha fatto i complimenti e non solo: nel passato settembre mi ha addirittura proposto un sodalizio per la scrittura del seguito delle Colpe. Questa offerta inaspettata mi ha insieme sorpreso, onorato e spronato a credere ancora maggiormente nel mio progetto di divulgazione storica attraverso romanzi d'avventura.

Citare la sitografia per intero sarebbe inutilmente lungo, ma oltre alle generiche piattaforme di ricerca come Google Books e Academia.edu, almeno due siti meritano una menzione diretta per l'importanza che hanno rivestito nel buon esito della mia ricerca. Il primo è stato il principale punto di riferimento sul piano linguistico, topologico e folkloristico per i capitoli di ambientazione bergamasca: il sito del Ducato di Piazza Pontida. Questa insigne organizzazione culturale orobica ha preso contatto con me alcuni mesi dopo la pubblicazione delle Colpe: oltre a dedicarmi un'elogiativa recensione, mi ha anche proposto una collaborazione con la sua testata storica, il Giopì, per scrivere articoli di approfondimento sul medioevo bergamasco. 
La seconda menzione d'onore è per Mille e una Bergamo, blog dedicato al passato e al presente di Bergamo, di una completezza, un'accessibilità e una qualità in cui raramente mi sono imbattuto altrove sul web. Da questo sito ho attinto spunti sia di ricerca che di immaginazione: ad esempio, la scelta di Borgo Canale come territorio dell'avventuriero notturno Scürfósk è scaturita dalla lettura di un articolo di itinerario turistico presente nel blog.

Ricostruire percorsi di ricerca durati un intero anno non è facile per me, soprattutto considerando la mia scarsissima memoria e la totale assenza, nel mio cammino di documentazione, di un piano ordinato o di una supervisione. In questo articolo ho a malapena sbocconcellato gli argomenti principali, tacendo innumerevoli fonti, saggi e contributi orali. Tuttavia, mi è sufficiente permettere al lettore di avere un'idea generale, uno scorcio bibliografico di ciò che ha nutrito Le colpe dei padri.
Per qualunque approfondimento o richiesta, sono a disposizione.

Buon proseguimento e buone letture!

Sul mio scaffale, la mensola dove raccolgo i testi di grande formato su Bergamo si è incurvata per il peso.

martedì 4 novembre 2014

Novembre 2014 - aggiornamento e calendario eventi

A un anno esatto dall'inizio della stesura, Le colpe dei padri ha già raggiunto un bel numero di lettori! Dopo soli cinque mesi dalla pubblicazione, l'editore Emanuele Pagani si è sbilanciato in un'indiscrezione. La certezza non arriverà prima dell'anno prossimo, ma il volume degli ordini del distributore suggerisce che il mio romanzo sarà uno dei più grandi successi di vendite di Silele edizioni. 

Best-seller alla libreria IBS di Via XX settembre, Bergamo
Per uno scrittore esordiente, pochi piaceri sono paragonabili a vedere il frutto delle proprie fatiche esposto sugli scaffali delle librerie, accanto ai nomi familiari dei grandi scrittori italiani e stranieri. Una curiosità a questo riguardo: per ragioni alfabetiche, un mio vicino ricorrente nel reparto Narrativa storica è peraltro Franco Forte, di cui lessi l'ottimo manuale di scrittura proprio prima di mettermi a scrivere le Le colpe dei padri. Per rendere perfetto il quadro, in diverse librerie della bergamasca (tra cui IBS Bergamo e Feltrinelli Orio al Serio) e di Milano (Libreria del Corso, in corso Buenos Aires), addirittura il libro è finito nella colonna dei best-seller!
E mentre sono cominciate le prime ricerche per la stesura del secondo volume dell'opera (argomento di uno dei prossimi post), ottobre è tramontato ed è cominciato novembre, un mese che sarà ricchissimo di attività e presentazioni. Ecco dunque il calendario: 

  • Sabato 8 novembre, ore 18:00. Nella giornata centrale della Rassegna della Microeditoria di Chiari (BS) presenterò il mio romanzo nella bellissima Sala Morcelli. Sarà mio interlocutore il mio editore, Emanuele Pagani; dopo la presentazione sarò a disposizione per chiacchiere e autografi presso lo stand di Silele nella zona Espositori.
  • Domenica 9 novembre. Per buona parte della giornata conclusiva della Rassegna della Microeditoria di Chiari (BS), timbrerò con il sigillo di Azzone le copie dei lettori allo stand di Silele Edizioni.
  • Venerdì 14 novembre, ore 20:45. Da un'iniziativa della biblioteca del paese, nel grande Auditorium di Montello (BG), presenterò Le colpe dei padri insieme a due docenti del Liceo Scientifico Federici di Trescore, tra cui il mio ex professore di religione, Gian Mario Vitali. 
  • Giovedì 20 novembre, ore 11:00. Nella Sala consiliare di Magenta (MI) terrò una presentazione/lezione a quattro classi del Liceo Quasimodo, approfondendo i temi della vita quotidiana nel medioevo.
  • Venerdì 21 novembre, ore 21:00. Nel ciclo "Incontri con giovani autori" della Biblioteca Comunale di Cenate Sotto (BG), alle ore 21:00 presenterò il mio libro insieme al prof. Giosuè Berbenni. 
  • Sabato 22 novembre, ore 17:30. Per la prima volta fuori dalla Lombardia, presenterò Le colpe dei padri alla libreria Labirinto di Casale Monferrato (AL). Il mio illustre interlocutore per l'occasione sarà Roberto Coaloa, giornalista del Sole 24 ore e docente all'Università Statale di Milano.
  • Sabato 29 novembre, ore 17:30. Finalmente nella mia zona! Presso la splendida pinacoteca di Sarnico (BG), presenterò il mio romanzo nel paese in cui sono cresciuto.

Cangrande della Scala, dedicatario della terza cantica della Divina Commedia...
Nonché uno dei più insidiosi nemici di Azzone Visconti.

Nella speranza di incontrarvi presto, un grande abbraccio a tutti! 

venerdì 25 luglio 2014

Aggiornamento di mezza estate

Ciao a tutti!

Ricordo che è esistito un tempo in cui d'estate si sgobbava di meno che durante il resto dell'anno; se davvero un simile tempo è esistito, è parecchio lontano. 
Chiacchierata-presentazione alle aspiranti Guide di Bergamo, 12/06/2014
Non che abbia da lamentarmi: gli ultimi due mesi sono stati pienissimi di soddisfazioni, eventi, scoperte e prime volte! Ho conosciuto persone straordinarie, che sinceramente non credevo esistessero davvero, abituato da questi tempi ad aspettarmi a ogni passo fregature o, nel migliore dei casi, svantaggiosi do ut des.
Invece mi sbagliavo.
Paolo Moschini, presidente del Gruppo Guide Turistiche di Bergamo, è senza dubbio la prima di queste persone: mai visto originalità, disponibilità, allegria e competenza promozionale a un grado simile in una sola persona. 

Presentazione a Vertova, 21/06/2014
I membri dell'associazione dei commercianti Arti & Mestieri di Vertova seguono a ruota: è incredibile che basti davvero un panino, una grappa e quattro chiacchiere con la simpatica barista del posto per iniziare un'avventura in un paese conosciuto solo nelle sue vestigia medievali! Di questo devo ringraziare Anna, Cristina, Elena e gli altri per l'eccellente organizzazione e la scelta della splendida cornice, e il prof. Franco Irranca per la coltissima introduzione storica. 

Presentazione a Ponte Nossa, 19/07/2014
Come non menzionare poi Ponte Nossa, culla del ramo materno della mia famiglia, e l'evento nella sala del Consiglio del Comune organizzata dall'assessora alla cultura Simona Pezza, il sindaco Stefano Mazzoleni e tutti i membri della Commissione Bibliotecaria, tra cui Sara, Daniele, Laura, Massimiliano e la simpaticissima presentatrice Maria Teresa (che alla fine mi sorprende con la domanda che tutti gli scrittori temono: "Cosa c'è tra la prima e l'ultima frase del tuo romanzo?") 

La lista di ringraziamenti e menzioni certamente dovrebbe andare avanti e comprendere le persone legate direttamente alle iniziative di promozione dell'Editore, ma siccome in tal senso stiamo preparando nuove attività, mi terrò qualche sorpresa per gli aggiornamenti futuri.


Intanto, mi preme sottolineare l'aspetto eccezionale di quanto sta accadendo a Le colpe dei Padri: questo libro sta sollevando l'attenzione della gente. Non pensiate che sia una cosa normale, perché non lo è affatto - e men che meno in questo periodo. La norma è che di un libro d'esordio come questo, con un piccolo editore come questo, vengano vendute un numero di copie commisurato al numero di amici e parenti dell'autore. Nei mesi successivi, sarà il gradimento di questi lettori a determinare il successo o l'arenarsi delle vendite. 
Presentazione all'Henry's Cafè di Milano, 19/06/2014
Invece, quello che sto vedendo è certamente da un lato il sostegno e la lettura da parte dei miei conoscenti diretti, ma anche un genuino e spontaneo interesse da parte di lettori che non conosco affatto, che acquistano il libro alle mie presentazioni perché trascinati dal mio (evidente) entusiasmo, oppure nelle librerie, attratti dalla copertina, dal titolo o dalla lettura di qualche recensione. 
Questo senza dubbio è un buon segnale, la constatazione di aver fatto un buon lavoro in fase decisionale, ma non basta: il fulcro vero della questione, il fattore che determinerà nei prossimi mesi la fortuna o la sventura del romanzo è un altro. Come dice spesso mio fratello Francesco (manager e sushi-chef di indiscussa abilità), la migliore strategia per emergere è la più semplice di tutte: il passaparola. Sono convinto che abbia ragione: che si tratti di sushi o di libri, la soddisfazione spontanea di chi ha provato qualcosa in prima persona è lo strumento più potente, che si tratti di sushi o di libri. E i feedback che mi arrivano ogni giorno, siate voi amici di vecchia data oppure lettori che fino a un mese fa non mi conoscevano, sono emozionanti e incoraggianti. Diffondeteli ogni volta che ne avete occasione: in questo modo aiuterete non solo questa storia, ma mi darete la possibilità di continuare a raccontare.

Ecco, ora ho voglia di sushi...


Per luglio è tutto, al prossimo aggiornamento. Che andiate al mare o in montagna, che siate disoccupati oppure oberati di lavoro in ufficio, ricordatevi di avere sempre con voi un libro: ogni cosa sarà un pochino più bella.

Buona estate a tutti!

giovedì 17 luglio 2014

Habemus Ebook


Cari amici e lettori, oggi è il giorno che tanti di voi attendevano: Le colpe dei padri è anche un ebook!

Il responsabile di Silele Edizioni, Emanuele Pagani, ha scelto di specializzarsi in editoria tradizionale. Siccome tenevo molto ad avere il romanzo anche in forma elettronica, in sede di stesura contrattuale ho chiesto e ottenuto di rimanere proprietario dei diritti di pubblicazione digitale. 

Narcissus: la mia piattaforma di self-publishing
Da tempo, infatti, conosco l'esistenza di piattaforme di self-publishing molto serie e professionali, che mettono a disposizione moltissimi strumenti utili e risparmiano molti mal di testa gli autori. Giorgio Ponte, mio amico e collega tutor del corso di Alta Formazione "Il piacere della scrittura" della Cattolica di Milano, mi ha fortemente consigliato Narcissus. Come non tenere conto del suo paradigmatico caso personale? Il romanzo Io sto con Marta ha venduto migliaia di copie in pochi mesi proprio su questa piattaforma, al punto da attirare l'attenzione di tutte le maggiori case editrici d'Italia. Insomma, se Giorgio oggi ha un contratto firmato con Mondadori, direi che Narcissus non dev'essere poi una brutta scelta! 

Ebbene, ho affidato il mio testo alle abilissime mani del Nuovo Gruppo Grafico per trasformarlo in un Epub di qualità, ieri ho aperto un account Narcissus et voilà: l'ebook de Le colpe dei padri è oggi già pronto per il download presso alcuni dei maggiori store online: 


E poco per volta, nei giorni a venire seguiranno anche Itunes, Google Play e le altre piattaforme di acquisto online. Mentre preparo una pagina mirata (e termino i post ancora in sospeso sulle presentazioni fatte finora), gioite insieme a me: 

HABEMUS EBOOK!

Un grande saluto di buona estate a tutti!


venerdì 13 giugno 2014

Un libro, tre protagonisti

Una delle priorità silenziose di questo lavoro è stata mostrare la società della Lombardia nel primo Trecento. Che tipo di narrazione mi conveniva utilizzare? Tra gli esempi celebri a mia disposizione, mi è sembrata più adatta la narrazione per punti di vista, la stessa adottata da George R.R. Martin nel celeberrimo A Song of Ice and Fire, la saga da cui è tratto il serial TV Game of Thrones (attualmente, la mia opera letteraria preferita in assoluto).

George R.R. Martin e il cast di Game of Thrones

Nei capitoli del romanzo ho quindi seguito solo uno dei tre protagonisti per volta, mostrando il mondo attraverso i suoi occhi e facendo trasparire i suoi pensieri per calare il più possibile il lettore nella mentalità (per noi spesso aliena) degli abitanti del medioevo. Altro capitolo, altro protagonista, altro Punto di Vista. Martin è stato il modello fondamentale, ma naturalmente ho dovuto adattare la sua impostazione alle mie esigenze. Le differenze principali sono due: la prima è che, laddove ASoIaF occupava migliaia di pagine e impiegava decine di personaggi Punto di Vista, io volevo concentrare i miei sforzi in uno spazio minore. E il secondo ha a che fare con i ceti sociali: in un luogo immaginario come Westeros ha perfettamente senso mettere in primo piano nobili e cavalieri lasciando il popolino sullo sfondo, ma in un romanzo storico la vita della gente comune ha altrettanto valore e interesse di quanto ne abbia quella dei potenti. Di conseguenza, per completezza, ho deciso che i miei protagonisti sarebbero stati tre: un nobile, un borghese e un plebeo.

Azzone... con qualche anno in più
Azzone Visconti è stato il primo che ho scelto. Erede di una grande casata nobiliare, con un carattere assai più mite della maggior parte dei signori suoi contemporanei, compensato da una ragguardevole intelligenza politica e scampato a una serie di intrighi e faide familiari, la sua storia personale era così affascinante che sembrava gridare: "Come potresti non voler scrivere un romanzo su di me?" E così, il ruolo di protagonista nobile era assegnato. 

Volevo poi che una parte rilevante della narrazione avesse luogo nella città di Bergamo: dopo aver considerato per qualche tempo il giurista Alberico da Rosciate (di una decina di anni più vecchio di Azzone) e Venturino de Apibus (due anni più giovane di Azzone), ho ripiegato sul fratello di quest'ultimo, Jacopo Domenico de Apibus detto Crotto

Il personaggio storico di Crotto lasciò tracce discontinue di sé nei documenti dell'epoca: tra queste, il testamento di suo padre; un rapporto di rispetto e collaborazione con Alberico da Rosciate (nemmeno accertato al 100%); la sua vicinanza a Venturino in un grande avvenimento del 1335, una lettera indirizzata a Luchino e Giovanni Visconti affinché si ricordassero che lui e la sua Scuola erano esentati dalle tasse. Più avanti negli anni, Jacopo riceverà persino una rispettosissima lettera firmata nientemeno che da Francesco Petrarca: il sommo poeta fiorentino gli chiedeva di prestargli un raro volume di Cicerone, avendo Crotto fama di esserne il più grande esperto in tutta Italia. Tuttavia la sua vita privata rimane costellata di interrogativi, come la sua controversa formazione accademica. Fra tutti, c'era un mistero che mi intrigava particolarmente: quello legato al suo appellativo ufficiale. 
Bergamo, città d'origine di Crotto. A destra, torre del Gombito. 
Si ha notizia che Crotto insegnasse alla scuola paterna a partire dal 1323: ciò sarebbe compatibile con un percorso universitario completo; tuttavia, nei documenti Jacopo non riceverà l'appellativo di Doctor che diversi anni più tardi, venendo intanto chiamato soltanto Magister, titolo attribuito anche a individui privi di istruzione universitaria. Era improbabile che Jacopo avesse frequentato l'università in età avanzata, anche se all'epoca questi titoli erano meno univoci di quanto lo siano i loro corrispettivi moderni. Mi piaceva invece ipotizzare una qualche difficoltà di riconoscimento del suo titolo di studi; questa idea era resa più appetitosa dai provvidenziali disordini avvenuti all'università di Bologna proprio nell'epoca in cui Crotto avrebbe dovuto concludere il suo percorso universitario: queste coincidenze andavano a creare il background perfetto per il personaggio ombroso che mi stavo immaginando. In questo modo Crotto è diventato il mio borghese.

Restava vuoto il posto del plebeo. E soprattutto, restava vuoto il posto del protagonista femminile: un romanzo senza donne non è un romanzo che vorrei leggere. Una femmina plebea, dunque; ma c'era un grosso problema: le donne nel medioevo erano estremamente svantaggiate. Avevano pochissima libertà di azione, non ricevevano un'istruzione come gli uomini ed erano costantemente sotto la potestà di un uomo: prima il padre, poi il marito. Dovevo creare una plebea abbastanza interessante da non sfigurare accanto a un'ambizioso spadaccino istruito e l'erede di una delle più potenti signorie dell'epoca. Non si prefigurava un'impresa facile, anche perché non avevo ancora una trama precisa in mente. 

A questo punto è giunta Nera. Già, giunta. In effetti è stato il tassello finale dell'intero puzzle: insieme a lei è giunta l'idea che avrebbe unito tutte le storie dei personaggi. Non avevo le mani legate, stavolta: i documenti medievali non parlano quasi mai delle donne (tanto meno se popolane), quindi avrei potuto inventare pressoché qualsiasi cosa. In effetti è stato meno difficile del previsto: riassumendo molto, ho solo reso la sua vita un inferno e le ho dato la forza andare avanti. Ha preso subito vita, più di tutti gli altri; forse perché loro sono personaggi storici, la loro traccia c'era già. Lei invece è tutta farina del mio sacco, e come personaggio devo ammettere di esserne orgoglioso. 

E voi, chi preferite tra Nera, Jacopo e Azzone?